Mancano due mesi alla scadenza dell’Eco bonus governativo che consente la detrazione fiscale di un impianto fotovoltaico domestico, per ben il 50 % dell’importo in 10 anni: la data ultima è quella del 31 dicembre 2016.
Dunque è il caso di verificare, senza perdere altro tempo, quale sia la soluzione migliore per l’installazione di pannelli fotovoltaici a casa nostra, dunque chiarire una questione decisiva: come avviene davvero e come si ha un maggiore risparmio?
Per rispondere a questa domanda bisogna passare dalla spiegazione della modalità con cui funziona il cosiddetto “scambio sul posto” e da un rapido confronto con un impianto dotato di sistema di accumulo.
Lo scambio sul posto è un sistema di remunerazione del costo sostenuto per il prelievo dell'energia elettrica quando, attraverso un impianto fotovoltaico, oltre che a prelevare energia, la si immette.
E’ questo un meccanismo attraverso il quale viene valorizzata tutta l’energia immessa dall’utente nella rete elettrica. Non si tratta di una “vendita”, ma di una forma, appunto, di valorizzazione dell’energia immessa nella rete. Potremmo definirlo un “rimborso parziale” delle bollette, in relazione all’energia immessa in rete.
Certo, chi installa un impianto fotovoltaico in scambio sul posto continua a pagare la bolletta elettrica sulla base dell'energia elettrica prelevata; ma quest’ultima, dal momento dell’installazione dell'impianto fotovoltaico, si riduce del 40-50% grazie dell'autoconsumo.
L'autoconsumo è quella quantità di energia elettrica che viene prodotta dall'impianto fotovoltaico e istantaneamente consumata dall'utente in Scambio sul posto. Come già in molti sapranno, tramite i sistemi di accumulo è possibile aumentare fino al 90% la quantità di energia autoconsumata; ma avendo essi un costo non trascurabile, bisogna valutare secondo le proprie esigenze e i propri consumi.
Torniamo dunque allo scambio sul posto. La quantità di energia che viene immessa nella rete elettrica sarà la quantità di energia elettrica prodotta dall'impianto fotovoltaico MENO la quantità di energia elettrica autoconsumata. L'energia elettrica immessa viene affidata al e contabilizzata dal GSE e diviene un credito che l'utente ha nei confronti del GSE.
Un utente che prima dell'installazione dell'impianto consuma 2800 kWh di energia elettrica ogni anno sostiene una spesa di circa 550,00 €. Sembrerebbe opportuno in tal caso un impianto da 2,5 kWp, che corrisponde alla produzione di quanto consumato. In realtà essendoci uno scarto tra il costo dell’energia prelevata e pagata e quella immessa nella rete, con quell’impianto non si otterrà la parità tra quanto paghiamo e quanto ci è rimborsato dal GSE per l’energia immessa.
Abbiamo allora due possibilità: installare un sistema di accumulo oppure sovradimensionare leggermente il nostro impianto. Per coloro i quali volessero attualmente rinunciare ad un’extra spesa iniziale e che svolgono i propri consumi per lo più nelle ore diurne, è sicuramente il caso di pensare alla seconda opzione. Solitamente, in base a calcoli e proiezioni, un fotovoltaico domestico ben dimensionato da questo punto di vista è 1,5 volte più grande di quello strettamente legato ai kWh annui consumati.
Esempio per un impianto installato al nord. Se per un consumo medio annuo di 2800 kWh si decide di installare un impianto fotovoltaico di 3,0 kWp (e non da 2,5 kWp) si ottiene questa situazione:
Energia Prodotta dall'impianto fotovoltaico: 3300 kWh
Energia Prelevata dall’impianto (con un autoconsumo del 45%): 1500 kWh
Energia Eccedente ceduta alla rete: 1800 kWh
A questo punto considerando un costo al kWh dell'energia pari a 0.20 €/kWh + iva (comprensivo del costo dell’energia + costo trasporto energia + accise) la spesa annuale per l'approvvigionamento di 1500 kWh sarebbe di 300,00 € + iva, cioè 330,00 €
Con un impianto da 3,0 kWp abbiamo da farci restituire annualmente dal GSE il valore dell'energia in eccedenza. Questa viene pagata circa 0.10 €/kWh, valore dell’energia libera sul mercato
Quindi nel nostro caso si ha 1800 x 0,10 = 180,00 €
Sommando il contributo in Scambio sul posto, per la vendita di energia eccedente, al risparmio dell’energia autoconsumata si ha:
Contributo da SSP + Risparmio autoconsumo = 180 + 330 = 510,00 €
Quindi Abbiamo ottenuto, tramite il solo scambio sul posto e un impianto un po’ più potente la quasi totale restituzione del costo dell'energia prelevata.
In media la differenza di costo tra un impianto di potenza A e un impianto di potenza 1,5 x A è di circa il 30%. Il che significa che nominalmente l’impianto sovradimensionato è più conveniente di un sistema di accumulo; ma oggi gli accumulatori stanno di molto cambiando la loro natura ed i costi, per cui anche con 2000 – 3000 € (cifre vicine a quelle del sovradimensionamento) è possibile avere un sistema di base per la conservazione dell’energia autoprodotta