Presto lo storage di elettricità domestico abbinato al fotovoltaico si diffonderà a livello capillare, dando un ulteriore sferzata alla produzione termoelettrica. Molti sono i paesi precursori di questa nuova tecnologia (tra cui ovviamente la Germania) e secondo gli ultimi dati statistici il sistema di accumulo sta prendendo piede anche in Italia. A lanciare “l’allarme” ai produttori termoelettrici, come spesso accade, è una banca d'investimento, la HSBC, il più grande istituto di credito d’Europa e tra i più grandi al mondo, preoccupata dell’impatto che le tecnologie storage possano avere sui grandi produttori di energia convenzionale.
Sembra che secondo il report HSBC, in Germania manca molto poco al momento della “storage parity”: con il calo dei prezzi delle batterie e del FV in corso, ossia il momento in cui l'energia prodotta con il fotovoltaico sul tetto e accumulata nelle batterie costerà meno di quella accumulata dalla rete, i tempi di rientro dell'investimento sono accettabili seppure ancora piuttosto lunghi: sui 9-10 anni. Ovviamente su un irraggiamento solare tedesco, in Italia i tempi di ammortamento dell’investimento si riducono ulteriormente fino ad arrivare a 7 anni circa, per una durata dell’impianto di oltre 25 anni.
Le analisi di mercato stimano che nel Paese si passi, entro il 2018, dai 6mila sistemi di accumulo domestici venduti nel 2013 a oltre 100mila l'anno. “Condividiamo la valutazione che il mercato degli accumuli sia nella stessa fase in cui si trovava quello del fotovoltaico 5-10 anni fa”, si legge nel briefing. Nei prossimi anni, prevede HSBC, praticamente tutti i nuovi impianti fotovoltaici saranno dotati di storage.
Ma come funziona un sistema di accumulo storage?
Al classico impianto fotovoltaico, che permette di utilizzare l’energia prodotta istantaneamente, durante le ore di luce, si istalla un sistema di accumulo che con un inverter permette durante il giorno di accumulare l’energia non utilizzata (quella in surplus per intederci), tale energia verrà utilizzata quando l’impianto non produrrà più, cioè la notte, limitando al minimo o addirittura azzerando, l’energia prelevata dalla rete. Questo porterà ad una drastica riduzione della bolletta, infatti un impianto storage avrà una redditività superiore al 40% rispetto al classico impianto fotovoltaico.
Preludio per quello che in un futuro non troppo lontano, permetterà al singolo utente l’indipendenza energetica, trasformando l’impianto storage in impianto ad isola, eludendo così anche i costi fissi, applicati delle varie compagnie di distribuzione elettrica. Futuro Sostenibile ed Economico.
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